Sabato XXI settimana TO B – Commento e Vangelo

a cura di Giorgia Ricupero

VANGELO:
Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

COMMENTO:
Quella che abbiamo appena letto è la parabola dei talenti. Parla di un ricco uomo che prima di intraprendere un viaggio convoca tre suoi servi e gli dona dei beni, i talenti. Il padrone si fida così tanto dei suoi dipendenti che gli affida i suoi averi più preziosi, al primo affida cinque talenti, al secondo due e al terzo uno. La distribuzione dei talenti è data a seconda delle capacità di ogni servo, per questo la consegna dei talenti risulta differente. Compito dei servi è far fruttare i beni dati dal padrone. Al ritorno, infatti, il padrone riceve dal primo e dal secondo il doppio dei talenti dati loro, dal terzo invece riceve ciò che egli stesso gli aveva consegnato. Se il primo e il secondo ricevono una lodevole ricompensa dal padrone il terzo che aveva paura di un padrone ‘cattivo’ non ne riceve. Se vogliamo possiamo vedere i talenti come la nostra vita, ma dobbiamo essere attenti a non agire come il terzo servo che ha preferito “sotterrare” la propria vita per paura che si distruggesse la calma e la tranquillità. Non avendo rischiato, non essendosi messo in gioco, non viene ripagato di nulla. Al contrario, impariamo ad affrontare la nostra vita con coraggio, impariamo a rischiare, non dobbiamo essere giovani-divano. Impariamo a camminare, a donare e verremo ripagati. Non dobbiamo tenerci strette le cose materiali, ma rediamoci conto che le cose belle sono le cose essenziali, facciamoci caso. Rischiamo, amiamo, e verremo ripagati.