Santi e felici, come voleva don Bosco
Il periodo immediatamente successivo al Natale, rappresenta, per la nostra comunità, il tempo dedicato a San Giovanni Bosco. Il 31 gennaio, infatti, la chiesa ricorda la nascita al cielo del santo dei giovani! E dunque non si può non fare festa!
Non mancano in questo tempo incontri di programmazione e riunioni organizzative, per una festa che ancora riesce a mantenere i tratti di una bella festa parrocchiale!
Non vi nascondo che tante volte mi sono chiesto quale fosse il senso delle tante feste che si vivono nelle comunità cristiane! A volte si ha l’impressione di assistere a riti paganeggianti che poco ci parlano della santità di questi grandi testimoni della fede, non tanto nei riti religiosi, quanto nella cornice di cui, a volte, sembra che non possiamo più fare a meno! “Non c’è festa senza fuochi”, “non c’è festa senza banda”, … Non c’è anno in cui queste belle espressioni non vengano messe in piazza!
Ma poi mi son chiesto: perché fare festa? Perché santità é gioia, santità é vita in pienezza, santità é comunione! E quindi festa sia!
Ci hanno pensato i diversi sacerdoti che hanno solcato i gradini del nostro presbiterio ad aiutarci a comprendere che da don Bosco dobbiamo imparare la preghiera, le fiducia nel Signore e l’amore per i giovani! Ci ha pensato il vescovo Michele a parlarci della santità come adesione alla Parola di Dio. Ci ha pensato mons. Cristofaro a presentarci i santi della porta accanto. Ci ha pensato don Bosco a parlare al cuore dei volontari dell’oratorio, insegnando loro la via della cura da percorrere per i nostri ragazzi! E dunque ci sta fare festa in piazza con la musica popolare e i nostri magnifici stand gastronomici, ci sta aiutare i ragazzi (insieme ai loro genitori) a lasciarsi affascinare dalla “magia”, ci sta lasciarci emozionare dai talenti dei nostri giovani, insieme a quelli di tanti ragazzi, che si sono alternati sul palco del nostro teatro! Perché fare festa allora? Perché abbiamo bisogno di stare insieme, di avere luoghi di incontro, di mettere in tasca i cellulari e sorridere, di lasciarci stupire dai colori delle luminarie, dal suono festoso della banda, dalle scintille luminose dei fuochi d’artificio, dal calore del falò, … Perché, come diceva don Bosco, “la santità consiste nello stare sempre allegri”.