Omelia nelle esequie di Danilo Gargano

Siamo increduli, da due giorni.  Ancora non mi sembra, non ci sembra vero che Danilo ci abbia lasciato.  Un uomo così pieno di vita che ha dovuto fare i conti così presto, così giovane, con la morte… non è accettabile. Ci sfugge, non riusciamo a pensare che Danilo non c’è più.

Ma oggi desidero che risuoni in questa chiesa un inno forte alla vita. Perché Danilo era un uomo di fede ed anche quando la morte o la sofferenza hanno bussato alla porta di persone vicine a lui ha sempre dato speranza. Togliamo dalla nostra mente che Dio abbia potuto volere la sua morte, o che Dio avrebbe potuto fare qualcosa per lui che non ha fatto. Non parlando di Danilo. Perché Danilo sapeva bene che il nostro Dio è il Dio della vita e che la morte e la sofferenza non sono volute da Lui. 

Lasciamoci piuttosto condurre dalla Parola di Dio come lui faceva. E la prima lettura nelle parole del profeta Isaia contiene parole di consolazione. 

Sentile su di te cara Carmelina, sentitele su di voi Beatrice, Andrea, mamma Antonietta, Erika. Perché il Signore non ha voluto la morte di Danilo, ma ora vi dice “come una madre consola i suoi figli io vi consolerò”. Sarà pesante la sua assenza. Perché come fa a non mancarti Danilo. E la vostra famiglia poi, splendida, unitissima, una testimonianza. Così unità, ma così aperta. Mancherà a tutti: a Santino, Rosanna, Johnny, Mirella, Gianmarco, Alessandra e a tutti i parenti vicini e lontani. 
Qual è la consolazione che oggi può accarezzare il vostro cuore. Che quella Gerusalemme di cui parla Isaia è la Gerusalemme celeste nella quale ora Danilo riposa. Per quel regno lui ha lavorato, pregato e servito e ai suoi servi buoni e fedeli Dio ha preparato un posto nel suo regno. 
È un’amara consolazione, avremmo voluto che questo fosse accaduto quanto più tardi possibile. Ma può donarci un minimo sollievo sapere che Danilo ha sempre ricercato Dio e che ora riposa in pace. Danilo vi ha lasciato una missione, quella di continuare a sperare, anche davanti al dolore straziante, continuare a sognare anche davanti al buio, continuare a pregare anche quando vi sembrerà che non ci sia più nulla da fare. Quando il dolore sarà così forte gettatevi con ancora più forza nelle mani di Dio. Non mancherà di consolarvi e di riaccendere in voi la speranza. 
Cosa dire di Danilo. Ci sarebbe troppo da dire. E non è una frase di circostanza come sempre avviene in queste occasioni. Danilo era davvero un grande uomo, dal cuore grande, un uomo che ha fatto lavorare così tanto il suo cuore, fino a consumarlo. E non è solo il lutto della famiglia Gargano. Tutti piangono la sua morte. 

Lo piange la Comunità cittadina. Danilo era conosciuto da tutti, amico di tutti, buono con tutti, disponibile con tutti. Amava il suo paese, amava gli altri tanto da essere spinto a scendere in politica e ad impegnarsi nell’associazionismo per il bene comune. Sempre fedele, inoltre, alla donazione del sangue. 

Lo piange la Comunità parrocchiale di San Giovanni Bosco. L’ultimo incontro in cui ha partecipato, lunedì scorso. Era un incontro di condivisone sul percorso annuale e Danilo pose una domanda “don Alessandro, ma all’esterno come vedono la nostra comunità?”  E io gli risposi che a questa domanda possono rispondere due gruppi di persone. Gli esterni che ci dicono tra le tante cose “che bello quante cose fate” e poi voi che siete la comunità. E Danilo era la comunità. In questi due giorni è stato incredibile. Mi hanno chiamato un sacco di persone per farsi presenti ed esprimere la loro incredulità. Non mi è mai successo in questi anni da parroco di ricevere così tante chiamate di vicinanza. Parrocchiani, sacerdoti, persone della diocesi. Perché Danilo è stato veramente una colonna di questa parrocchia. Uomo di preghiera, Educatore ACR, formatosi tra gli ADULTI AC, membro del consiglio dell’Oratorio, ogni settimana stava in oratorio con i ragazzi, disponibile a vestirsi come figurante al presepe vivente, da San Giuseppe a magio, questuante per la festa di San giovani bosco o per la raccolta mensile per il mutuo, nonché con tutta la famiglia benefattore, disponibile per il Servizio d’ordine nel tempo del covid o a dare una mano nelle varie serate della parrocchia. Partecipava agli incontri formativi in diocesi, accompagnava i ragazzi, presente nei percorsi familiari diocesani di azione cattolica, accompagnava e curava gli ammalati, sempre presente sul palco del teatro come attore presentatore o organizzatore, addirittura come giurato. E chissà quanti ne sto dimenticando. Danilo non è mai mancato. Neanche al mio ingresso da vice parroco in chiesa madre o a novoli al funerale di mia nonna. Danilo trovava il tempo per tutto. E ha trovato anche il tempo per lavorare sempre e addirittura per laurearsi. Senza mai una lamentela. Senza mai pretendere un grazie. Anzi. Il grazie lo diceva lui quando finiva un servizio. E restava sempre un passo indietro. Presente ma mai ingombrante
Allora spero che gli altri vedano la comunità come vedevano te. E che tutte le persone della nostra comunità possano imparare a servire come hai servito te, persona dall’animo buono. 
Preghiamo perché il Signore mandi ancora operai della messe come Danilo, persona dall’animo buono. 

Ora riposa in pace Danilo. Tu vivi. E vivi in eterno tra le braccia di Dio. Perché chi nella sua vita vive per amare vivrà per sempre con la ricompensa che il Signore ha pensato per lui. 

Amen