Veglia di preghiera – Schema

“Siate santi, perché io, il Signore,
Dio vostro, sono santo.”
(Lv 19, 2)

CANTO: POPOLI TUTTI

Mio Dio, Signore, nulla è pari a te
Ora e per sempre, voglio lodare
Il tuo grande amor per me

Mia roccia tu sei, pace e conforto
mi dai
Con tutto il cuore e le mie forze
Sempre io ti adorerò

Rit. Popoli tutti acclamate al Signore
Gloria e potenza cantiamo al re
Mari e monti si prostrino a te
Al tuo nome, o Signore

Canto di gioia per quello che fai
Per sempre Signore con te resterò
Non c’è promessa, non c’è fedeltà che in te

C: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito…
T: Amen

G: La santità della porta accanto si costruisce con i gesti semplici di cui è intessuta la ferialità. La maggior parte del nostro tempo è feriale e lo dedichiamo al lavoro quotidiano, alla vita di famiglia, alla scuola, alle visite ai parenti, alle relazioni con amici e conoscenti.
Dovremmo, perciò, trovare modalità di vita spirituale per vivere bene anche questo tempo feriale. Secondo Papa Francesco, esistono anche “santi feriali”, e, quindi, anche una “spiritualità feriale”. Infatti, nell’esortazione apostolica Gaudete et Exsultate ha scritto:
“Tutti siamo chiamati a essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito, di tua moglie […]. Hai autorità? Sii santo lottando a favore
del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali”.
La santità della porta accanto si costruisce con i gesti semplici di cui è intessuta la ferialità.

CHIAMATA

CANTO: LUCE DI VERITA’

Rit. Luce di verità, fiamma di
carità
Vincolo di unità, Spirito Santo,
Amore
Dona la libertà, dona la santità
Fa dell’umanità il tuo canto di lode

Vergine del silenzio e della fede
L’Eterno ha posto in te la sua dimora
Il tuo sì risuonerà per sempre
L’Eterno ha posto in te la sua dimora
(spirito vieni)

Rit.

G: È un mandato che ci tocca da vicino: io sono sempre una missione; tu sei sempre una missione; ogni battezzata e battezzato è una missione. Chi ama si mette in movimento, è spinto fuori da sé stesso, è attratto e attrae, si dona all’altro e tesse relazioni che generano vita.
Nessuno è inutile e insignificante per l’amore di Dio. Ciascuno di noi è una missione nel mondo perché frutto dell’amore di Dio. Anche se mio padre e mia madre tradissero l’amore con la menzogna, l’odio e l’infedeltà, Dio non si sottrae mai al dono della vita, destinando ogni suo figlio, da sempre, alla sua vita divina ed eterna. (cfr Ef 1,3-6).

CANTO: ALLELUIA

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?» Gli risposero: «Rabbì – che tradotto significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

VITA DI DON BOSCO

1L: Il 24 giugno 1855, all’oratorio, fu festa doppia: grande solarità a dir poco… Tutta Torino onorava e festeggiava il patrono della città, ma era anche l’onomastico di Giovanni Bosco.
Ognuno cercava di manifestargli il suo affetto e il sacerdote ricambiava con cuore grande. La sera del 23 giugno 1855 disse ai suoi ragazzi: «Domani volete farmi la festa, e io vi ringrazio.
Da parte mia, voglio farvi il regalo che più desiderate. Perciò ognuno prenda un biglietto e vi scriva sopra il regalo che desidera. Non sono ricco, ma se non mi chiederete il Palazzo Reale, farò di tutto per accontentarvi». Quando lesse i biglietti, don Bosco trovò domande serie ed altre bizzarre. Chi gli chiedeva “cento chili di torrone per averne per tutto l’anno”, chi un cucciolo “al posto di quello che ho lasciato a casa”. Giovanni Roda, un amico di Domenico Savio, gli chiese “una tromba come quella dei bersaglieri, perché voglio entrare nella banda musicale”.

2L: Sul biglietto di Domenico Savio, invece, trovò solo cinque parole: “Mi aiuti a farmi santo”.
Don Bosco chiamò il ragazzo e gli disse: «Quando tua mamma fa una torta, usa una ricetta che indica i vari ingredienti da mescolare: lo zucchero, la farina, le uova, il lievito… Anche per farsi santi ci vuole una ricetta, e io te la voglio regalare. È formata da tre ingredienti che bisogna mescolare insieme. Primo: allegria, allegria, allegria. Ciò che ti turba e ti toglie la pace
non piace al Signore. Caccialo via. Secondo: i tuoi doveri di studio e di preghiera. Attenzione a scuola, impegno nello studio, pregare volentieri quando sei invitato a farlo. Terzo: far del bene agli altri. Aiuta i tuoi compagni quando ne hanno bisogno, anche se ti costa un po’ di
disturbo e di fatica. La ricetta della santità è tutta qui. Domenico ci pensò su. I primi due “ingredienti”, gli pareva di averli. Nel far del bene agli altri, invece, qualcosa di più poteva fare, pensare, inventare. E da quel giorno ci provò. Non vi fa riflettere che il primo dei tre ingredienti fu proprio l’allegria, la solarità, la gioia? …

PREGHIERA (tutti insieme)

Signore, ti ringraziamo per il dono del battesimo, fa che possiamo sempre camminare insieme a te lungo il cammino per la santità, e guardando a S. Giovanni Bosco, aiutaci ad amare il prossimo come tu hai amato i giovani.
Signore, invochiamo ogni giorno il dono della figliolanza e fraternità e con l’aiuto dello Spirito Santo fa che riusciamo nei momenti di difficoltà a sentire la tua voce.
Amen

GESTO

Viene acceso il Cero Pasquale dal quale ognuno di noi, rispettando le distanze accenderà il proprio cerino, posandolo ai piedi di esso. (Sottofondo “Fuori dal mondo” di Einaudi)

Come San Giovanni Bosco, che per intraprendere la vita sacerdotale ebbe una chiamata, così ognuno di noi è chiamato a servire il Signore in maniera diversa: chi tramite il servizio sacerdotale, chi come educatore nella propria parrocchia, chi come noi semplici giovani che puntiamo alla santità.
Insomma, ognuno di noi, deve essere portatore di luce del proprio cammino e in quello di chi è accanto.

SILENZIO

ADESIONE

CANTO: SERVIRE È REGNARE

Guardiamo a te che sei Maestro e Signore
Chinato a terra stai, ci mostri che l’amore
È cingersi il grembiule, sapersi
inginocchiare
Ci insegni che amare è servire

Rit. Fa che impariamo, Signore da te
Che è più grande chi più sa servire
Chi si abbassa e chi si sa piegare
Perché grande è soltanto l’amore

E ti vediamo poi, Maestro e Signore
Che lavi i piedi a noi, che siamo tue
creature
E cinto del grembiule che manto tuo regale
Ci insegni che servire è regnare

Rit. Fa che impariamo, Signore da te
Che è più grande chi più sa servire
Chi si abbassa e chi si sa piegare
Perché grande è soltanto l’amore

G: Occorre ricordare che il discernimento orante richiede di partire da una disposizione ad ascoltare: il Signore, gli altri, la realtà stessa che sempre ci interpella in nuovi modi.
Solamente chi è disposto ad ascoltare ha la libertà di rinunciare al proprio punto di vista parziale e insufficiente, alle proprie abitudini, ai propri schemi.
Così è realmente disponibile ad accogliere una chiamata che rompe le sue sicurezze ma che lo porta a una vita migliore, perché non basta che tutto vada bene, che tutto sia tranquillo.
Può essere che Dio ci stia offrendo qualcosa di più, e nella nostra pigra distrazione non lo riconosciamo. (Gaudete et Exsultate)

CANTO: ALLELUIA

Dal Vangelo secondo Luca
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente,
nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

VITA DI DON BOSCO

3L: I bambini sognano sempre. Ma il sogno che un giovanissimo Giovanni Bosco fece a 9 anni non solo si realizzò, ma cambiò la stessa realtà che lo circondava. E quel sogno cominciava con dei bambini. Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una grande quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano.
Al sentire le bestemmie, mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando pugni e parole. In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un manto bianco gli copriva tutta la persona. La sua faccia era così luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli
mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli amici con bontà e carità, non picchiandoli. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva, e che l’amicizia con il Signore è un bene prezioso». Confuso e spaventato risposi che io ero
un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace a parlare di religione a quei monelli. In quel momento i ragazzi cessarono le risse, gli schiamazzi e le bestemmie, e si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi senza sapere cosa dicessi, gli domandai: «Chi siete voi, che mi comandate cose impossibili?». «Proprio perché queste cose ti sembrano impossibili»
rispose «dovrai renderle possibili con l’obbedienza e acquistando la scienza». «Come potrò acquistare la scienza?»

4L: «Io ti darò la maestra. Sotto la sua guida si diventa sapienti, ma senza di lei anche chi è sapiente diventa un povero ignorante». «Ma chi siete voi?». «Io sono il figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno». «La mamma mi dice sempre di non stare con
quelli che non conosco, senza il suo permesso. Perciò ditemi il vostro nome». «Il mio nome domandalo a mia madre». In quel momento ho visto vicino a lui una donna maestosa, vestita di un manto che risplendeva da tutte le parti, come se in ogni punto ci fosse una stella luminosissima. Vedendomi sempre più confuso, mi fece cenno di andarle vicino, mi prese
con bontà per mano e mi disse: «Guarda». Guardai, e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c’era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali. La donna maestosa mi disse: «Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci
umile, forte e robusto, e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli». Guardai ancora, ed ecco che al posto di animali feroci comparvero altrettanti agnelli mansueti, che saltellavano, correvano, belavano, facevano festa attorno a quell’uomo
e a quella signora. A quel punto, nel sogno, mi misi a piangere. Dissi a quella signora che non capivo tutte quelle cose. Allora mi pose una mano sul capo e mi disse: «A suo tempo, tutto comprenderai». Aveva appena detto queste parole che un rumore mi svegliò. Ogni cosa era scomparsa. Quel sogno divenne la bussola della vita di Giovanni Bosco.

PREGHIERA (tutti insieme)

Signore, possa il tuo Santo Spirito accompagnarci nella nostra libera adesione, affinché, uniti al “Sì” di Maria possiamo essere testimoni dell’azione divina. Amen

GESTO

Vengono portati degli oggetti ai piedi dell’altare (Rosario, Pallone, Libro, Martello e Birillo) (Sottofondo “Fly” di Einaudi)

San Giovanni Bosco ha donato la sua vita per i giovani, spronandoli a dare sempre il meglio in ogni attività.
Portiamo ora all’altare alcuni oggetti che simboleggiano l’operato di don Bosco con i giovani:
-il rosario, poiché don Bosco pregava assieme ai ragazzi;
-il pallone, perché don Bosco attraverso lo sport insegnava i ragazzi a vivere in armonia;
-il libro, lo studio era fondamentale per la formazione personale di ogni ragazzo;
-il martello, attraverso attività manuali poneva le basi per il loro futuro;
-il birillo, poiché il divertimento era uno dei valori fondamentali per don Bosco.

SILENZIO

SANTITA’

CANTO: RE DEI RE

Hai sollevato i nostri volti dalla polvere
Le nostre colpe hai portato su di te
Signore ti sei fatto uomo in tutto come noi
Per amore

Figlio dell’Altissimo, povero tra i poveri
Vieni a dimorare tra noi Dio dell’impossibile, Re di tutti i secoli
Vieni nella tua maestà

Re dei re, i popoli ti acclamano
I cieli ti proclamano re dei re
Luce degli uomini, regna col tuo amore tra
noi

G: «Se non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli». Ecco la nuova unità di misura per comprendere la reale statura di una persona: possedere o conservare un cuore piccolo, umile, povero, semplice, aperto e affidato a Dio, come quello di un bambino. Il suo gesto e le sue parole devono aver suscitato una certa
sorpresa nei discepoli. Ora, anch’essi dovevano intraprendere un cammino di conversione per assomigliare sempre più a dei bambini, se volevano continuare a stare vicino a Gesù e diventare suoi discepoli.
Anche noi, oggi, siamo provocati a porre al centro della nostra attenzione non tanto il bambino in sé, che gode già di una centralità a volte esagerata nella nostra cultura, ma le sue virtù più genuine, quelle appena ricordate; la piccolezza, l’umiltà, la semplicità, la fiducia e l’affidamento all’adulto. La conversione cui Gesù ci invita a realizzare nella nostra esistenza
deve diventare accoglienza nel proprio cuore delle caratteristiche particolari del bambino, perché ciò significa accogliere la persona stessa di Gesù. Il Maestro, infatti, come abbiamo sentito, si identifica con un bambino e chiede d’essere accolto per queste peculiari caratteristiche del bambino.

CANTO: ALLELUIA

Dal Vangelo secondo Matteo
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, infatti, hanno perseguitato i profeti prima di voi.

VITA DI DON BOSCO

5L: Quando incontrò Domenico Savio per la prima volta, don Bosco comprese che il talento quel ragazzo ce l’aveva davvero. Nel 1854 fu proprio don Cugliero a venirmi a parlare di questo suo allievo così particolare. Gli assicurai che avrei incontrato volentieri il ragazzo a Morialdo,
in occasione delle mie passeggiate autunnali con cui ritornavo al mio paese con i ragazzi.
Ricordo ancora il giorno: era il primo lunedì di ottobre quando, di buon mattino, arrivò Domenico accompagnato da suo padre. «Chi sei? E da dove vieni?». Si presentò e mi parlò di lui, della sua provenienza e delle sue origini. Lo chiamai in disparte e gli chiesi se avesse intenzione di studiare. Entrammo immediatamente in una grande confidenza reciproca.
Rimasi affascinato dalla sua capacità di ragionamento e di dialogo. Dopo un lungo discorso, mi domandò: «Allora, che gliene pare? Mi porterà a studiare a Torino?». «Beh, direi che sei
una buona stoffa» gli risposi. E lui: “A che può servire questa stoffa?». «A fare un bell’abito da regalare al Signore» spiegai. «Allora io sono la stoffa e lei sarà il sarto: mi prenda con sé e mi faccia diventare un bell’abito per il Signore!» replicò deciso. «Temo solo per la tua gracilità.
Ce la farai?» chiesi io

6L: «Non abbia paura, don Bosco: il Signore mi ha dato finora salute e grazia, mi aiuterà anche in futuro» aggiunse Domenico. «Ma dopo aver studiato latino, cosa vorrai fare?». «Se il Signore vorrà, vorrei diventare prete». Così, a soli 12 anni, manifestò la sua vocazione con semplicità e decisione. Decisi di dargli un’opportunità. «Proviamo se hai abbastanza capacità
per lo studio. Ora vai pure a giocare con gli altri. Ma entro stasera leggi una pagina di questo libro e torna a recitarmela, va bene?». E mentre Domenico si allontanava con il mio fascicolo delle “Letture Cattoliche”, mi misi a chiacchierare un po’ con suo padre. Dopo neppure otto minuti, Domenico tornò e mi ripeté la pagina a memoria spiegandomene il significato. Questa
sua prova di intelligenza e di caparbietà sciolsero ogni mio dubbio. «Va bene, ti porterò con me a Torino, nella mia Casa. Vediamo se riusciamo a fare santa la mia e la tua vita».
Domenico, sorpreso e al settimo cielo, mi baciò ripetutamente la mano, promettendomi che non mi avrebbe mai fatto soffrire per la sua condotta. E così fu. La stoffa, sì che l’aveva! Certo, ricevuta già in dono, ma Domenico seppe farne buon uso e don Bosco seppe addobbarla e abbellirla. Una giovane vita che ha saputo indossare la santità.

PREGHIERA(tutti insieme)

Padre Santo, la santità non è una meta irraggiungibile, anzi potremmo puntare ad essa vivendo a pieno le Beatitudini. Aiutaci a vivere la santità nel quotidiano. Amen.

GESTO

Vengono portati all’altare un fiore grande e dei fiori più piccoli. (Sottofondo “Le onde” di Einaudi)

Viene portato all’altare un fiore già sbocciato che simboleggia la santità di don Bosco. Attorno ad esso altri boccioli rappresentano noi giovani che guardando a don Bosco aspiriamo alla santità.

PREGHIERE DEI FEDELI

In questi giorni in cui celebriamo la festa di San Giovanni Bosco, fedele servitore del Vangelo ed educatore dei giovani, rivolgiamo le nostre suppliche a Dio misericordioso. Preghiamo insieme e diciamo

Guidaci, Signore, nella via della vita.

1- Padre Santo, datore di ogni bene, Tu hai voluto che la tua Chiesa, radunata nel tuo nome, fosse in mezzo agli uomini come segno e strumento di unità e di vera comunione fraterna, arricchiscila del tuo Santo Spirito, come sull’esempio di san Giovanni bosco perché diventi sempre più conforme all’immagine del tuo Figlio Gesù assumendo lo stile di vita delle Beatitudini. Preghiamo.

2- Ti ringraziamo e ti lodiamo, o Padre Santo, per le tante persone sante, uomini e donne delle Beatitudini, che hanno inciso nel cammino della nostra vita e che ci hai dato la possibilità di poter conoscere sia di persona, sia attraverso i loro scritti o racconti delle loro vite: persone umili, persone capaci di piangere sulle disgrazie altrui, persone miti, amanti della giustizia, misericordiosi e compassionevoli, puri di cuore e costruttori di pace. Sii Tu benedetto o Padre, perché non smetti mai di suscitare nuovi santi in mezzo a noi. Preghiamo.

3- Tu, Padre Santo, nella diversità delle tante fedi continui a chiamare ogni uomo e ogni donna ad una vita veramente “santa”, cioè piena di senso, aperta a relazioni autentiche con gli altri e sempre capace di suscitare e custodire la comunione. Fa’ che nonostante le differenze religiose possiamo ritrovarci uniti, nell’amore per la vita e nella custodia della “casa comune” che è il nostro creato. Preghiamo.

4- Dio della Gloria, che chiami tutti i tuoi figli ad essere santi ed immacolati nell’amore, per la fede e l’intercessione di Maria e di tutti i Santi e le Sante, converti il nostro cuore all’evangelo delle Beatitudini, disperdi i pensieri dei violenti e conferma tutti i credenti nel cammino verso l’unità e la pace. Preghiamo.

PADRE NOSTRO

BENEDIZIONE

CANTO: GIU’ DAI COLLI

Giù dai colli, un dì lontano,
con la sola madre accanto
sei venuto a questo piano,
dei tuoi sogni al dolce
incanto.

Ora, o padre, non più solo
giù dai colli scendi ancora,
dei tuoi figli immenso stuolo
t’accompagna a tua dimora.

Rit: Don Bosco, ritorna
tra i giovani ancora!
Ti chiaman frementi
di gioia e d’amor. (2 volte)