Il nuovo ambone e il nuovo fonte per la nostra chiesa

Sono ancora vive nei nostri cuori le emozioni vissute nella nostra chiesa lo scorso 25 Gennaio, giorno della Dedicazione della nostra chiesa, quando Mons. Pezzuto ha benedetto il nuovo ambone e il nuovo fonte battesimale.

Un profondo sentimento di gratitudine verso la famiglia che ha offerto questa meravigliosa opera d’arte. Non avremmo mai potuto immaginare che quel progetto ideato contemporaneamente alla posa in opera delle vetrate sarebbe diventato così presto realtà.

Fotografia Fotografica Lazoi

Opera realizzata da Progetto Arte Poli.

La vicinanza del fonte battesimale all’ambone, in una posizione meno evidente ma in modo che entrambi i fuochi liturgici siano ben visibili, deriva da una tradizione secolare, in particolare da quando nel medioevo si posizionava il fonte battesimale sotto al pulpito (l’ambone sopraelevato raggiungibile mediante una scala e posizionato solitamente a lato dell’assemblea). Questo posizionamento lega il messaggio di Salvezza avvenuta con la Risurrezione di Gesù, al sacramento del battesimo durante il quale siamo partecipi della Sua Morte e della Sua Risurrezione venendo così a nuova vita, purificati dal peccato originale.

La disposizione aveva e ha tuttora anche una sua praticità: veniva utilizzato lo spazio sottostante il pulpito, solitamente sopraelevato da una serie di colonne, che era così sacralizzato in tutta la sua verticalità (senza il rischio che divenisse un punto di passaggio dei fedeli) e al tempo stesso dava una certa visibilità anche al fonte battesimale (altrimenti relegato in una posizione marginale oppure opposta all’area presbiteriale e poco visibile).

Con la scomparsa del pulpito e la rinnovata importanza dell’ambone, piu vicino all’assemblea, si è cercata una nuova posizione per il fonte battesimale con soluzioni a volte infelici per la mancanza di una chiarezza sul significato e sulla presenza del fuoco liturgico, oppure per la troppa vicinanza al presbiterio che favoriva la partecipazione alla liturgia del battesimo ma toglieva centralità all’altare e agli altri elementi della liturgia eucaristica.

Fotografia Fotografica Lazoi

Il legame tra l’acqua e la parola lo troviamo anche nell’episodio degli atti degli apostoli dove Filippo battezza l’eunuco (cf. At 8,26.40:

Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò.

L’ambone è come il carro dove Filippo legge all’Eunuco le parole del profeta Isaia che profetizzano la venuta di Gesù: è la Parola stessa che porta alla conversione e quindi al battesimo, un legame diretto che in questo arredo liturgico viene sottolineato.

L’arredo è stato disegnato dal maestro Poli riprendendo l’idea del carro di cui si intravede la ruota artisticamente elaborata con raggi e incisioni dorate, ruota che è un richiamo anche alla pietra a chiusura del sepolcro e alla luce della Risurrezione.

Tutto l’arredo nel suo complesso è proteso verso l’assemblea e separato in un certo senso dal presbiterio, separazione rimarcata dalla decorazione musiva pavimentale che, con i colori azzurri e blu della pietra naturale richiama il tema e la simbologia dell’acqua.

In attesa di realizzare il resto del progetto, sostenuti dalla Divina Provvidenza e dal grande cuore dei nostri parrocchiani, godiamoci la nostra chiesa che è bella e sarà sempre più bella!

In appendice i dettagli del progetto da realizzare.

Altare

L’altare è ara del sacrificio e mensa conviviale, luogo del memoriale di Gesù e del Suo donarsi completamente per la nostra salvezza.

Sul fronte la superficie liscia del marmo presenta una breccia scavata nella pietra, resa luminosa dall’applicazione di foglia oro a missione. La breccia richiama la ferita sul costato di Cristo da cui fuoriusce sangue e acqua segno della morte e dell’infinita sofferenza della Passione. Attraverso la doratura questa breccia è anche uno squarcio nelle tenebre, un segno della speranza e della fede nella vita dopo la morte; la stessa luce abbagliante che tre giorni dopo illuminò le pie donne al sepolcro quando sentirono le parole “È Risorto!”.

La dimensione dell’altare e la sua posizione centrale e sopraelevata lo rende ben visibile, un “fuoco” attorno a cui ruota la liturgia eucaristica, in stretto dialogo con gli altri arredi sacri in particolare con la sede retrostante e con l’ambone-fonte.

Sede e scanni

La sede è stata progettata nello stesso stile e materiale dell’altare e dell’ambone-fonte con una croce scolpita sullo schienale e impreziosita con foglia oro.

Per gli scanni si è invece pensato a due panche che affiancano la sede.