Novena Immacolata /6

Il pianto di Maria

Meditazioni di Gaetano Piccolo

Canto AVE MARIA

Ave Maria, Ave.  Ave Maria, Ave.

Donna dell’attesa 
e madre di speranza
Ora pro nobis.
Donna del sorriso 
e madre del silenzio
Ora pro nobis.
Donna di frontiera 
e madre dell’ardore
Ora pro nobis.
Donna del riposo 
e madre del sentiero
Ora pro nobis.


Donna del deserto 
e madre del respiro
Ora pro nobis.
Donna della sera 
e madre del ricordo
Ora pro nobis.
Donna del presente 
e madre del ritorno
Ora pro nobis.
Donna della terra 
e madre dell’amore
Ora pro nobis.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,28-32)

Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. 
Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro.
A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.

Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia,perché ti canti il mio cuore, senza tacere; Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Salmo 30,12-13

Dove cerchi, Maddalena, il tuo Signore?

In questo giardino il silenzio si fa pesante

e una grande pena mi porto nel cuore.

Davanti al sepolcro restiamo insieme affrante,

sono una madre che cerca un figlio,

sono una vedova che sta qui dolorante.

Ai ricordi ormai mi appiglio,

quando tra le mie braccia ancora correva

e giocavamo insieme sotto un tiglio.

L’ho visto cadere sotto il peso di una croce,

il suo volto era tutto insanguinato,

mi rimane solo il mio dolore atroce.

Dove sono finiti tutti quelli da lui guariti?

Dove son fuggiti quelli che l’han seguito?

Chi cercheranno ora i cuori feriti?

Nessuna parola ho più sentito.

I suoi amici lo hanno abbandonato,

chi lo ha seguito se n’è pentito.

Con le spine me lo hanno incoronato,

rabbia e urla disumani,

tutto il capo insanguinato.

Figlio mio, cosa c’è nelle tue mani?

Chi i polsi ti ha forato?

Proprio chi da te ha ricevuto solo pani.

Come un campo ti hanno arato,

grandi solchi sul tuo petto,

il tuo volto è sfigurato.

Sul tuo ventre benedetto,

hanno lasciato segni amari,

come dai profeti fu predetto.

E quei tuoi piedi cari,

su una croce son fissati,

e i sospiri son più rari.

Quei tuoi piedi che sul mare son passati,

senza sosta han camminato,

ora sono solo traforati.

Tutta una piaga è il Figlio mio,

persino il cuore è trapassato,

mi sento sola, dov’è il mio Dio?

Leggersi dentro

  1. Stai ricercando il Signore?
  2. Quale pianto Dio deve trasformare in danza?