Domenica XXXII settimana TO B – Commento e Vangelo

a cura di Edoardo De Blasi
VANGELO:
Dal Vangelo secondo Marco (12,38-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
COMMENTO:
Nel Vangelo di oggi l’evangelista Marco riporta un’aspra critica di Gesù verso i farisei.
Gesù critica il loro comportamento ipocrita ed egoistico, essi cercano di attirare l’attenzione su di sé, vestendo lunghe tuniche, sedendo nei primi posti in sinagoga e recitando lunghe preghiere, dimostrando una fede distorta, una fede dell’apparenza.
Essi facevano tutto ciò soprattutto per riceve prestigio e ammirazione da parte della gente comune, per ingannarla, per truffarla, ed aumentare il loro potere.
Gesù avanza questa critica anche per trasmettere un insegnamento ai futuri membri, e anche agli esponenti della sua Chiesa, affinché possano comprendere la vanità dei beni temporali e la peccaminosità di una fede dell’apparenza.
Nella seconda parte del Vangelo invece, Gesù ci parla del donare. Egli critica i ricchi poiché, nonostante possiedano molto, donano le briciole di ciò che anno, non volendosi privare di qualcosa di essenziale, donando solo per il gusto di ricevere riconoscimento.
Il Signore loda invece una vedova, la quale, nonostante avesse solo due monete, le dona entrambe, dona tutto ciò che ha con il cuore, non pretende nessuna ricompensa, perché è la gioia e la sincerità del donare la sua stessa ricompensa.
Gesù parla attraverso le mani di costoro e dietro i loro occhi Egli sorride alla terra.