Lunedì XXI Settimana TO B – Commento e Vangelo (Santa Monica)

a cura di Luana Locorotondo

VANGELO:

Dal Vangelo secondo Matteo (23,13-22)

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

COMMENTO:

“Nel Vangelo di oggi, Gesù ci mostra tre dei comportamenti più sbagliati, commessi dai religiosi e la gente del suo tempo. Li rimprovera per tre cose in particolare, questa volta. Loro che si vantavano di rispettare tutti i comandamenti, facendoli loro e inciampando il più delle volte nell’ipocrisia e nella superbia. E il Figlio di Dio non perde occasione, giustamente, per ammonirli con questi tre “Guai a voi”.
Il primo si riferisce a coloro che chiudono le porte del Regno di Dio, non solo a sé stessi, ma anche al resto del mondo e lo fanno in un modo molto semplice: predicando un falso dio, un dio che è solo nella loro testa, un dio che, tanto per dirne una, non ama e non perdona.
Il secondo è per chi crede di professare la Parola di Dio, ma lo fa solo con l’intento di attrarre persone nella loro cerchia/nella loro Chiesa. Come a dire: “se stai con noi starai meglio”, oppure, “la nostra Chiesa/la nostra associazione è la migliore”. Il vero missionario non è colui che fa convertire le persone alla propria religione, ma colui che, con l’esempio, lascia trasparire tutto l’amore e la vita che Dio ci da se ci lasciamo andare a Lui.
Il terzo – e ultimo, per questo Vangelo – si riferisce a coloro che giurano e lo fanno in modo ipocrita ed incoerente. L’insegnamento di Gesù più inerente a questa parte del Vangelo di oggi è questo: “Ma io vi dico: non giurate in modo alcuno, né per il cielo perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.” (Mt 5,34-37).
C’è da dire che se Dio ci ha lasciato la Sua Parola, genericamente parlando, non lo ha fatto a caso, non lo ha fatto per dirci: “Guardate quanto sbagliavano le persone ai miei tempi”. Lo ha fatto perché sapeva che gli errori del passato si ripetono, perché fanno parte dell’uomo e delle sue debolezze. Quindi anche il Vangelo di oggi, sicuramente, vuole mostrarci non solo come i religiosi di quel tempo fraintendevano la Parola di Dio ma ci mette proprio davanti ad uno specchio: qual è il “Guai a voi” che Gesù mi vuole porre davanti oggi? In cosa sto ancora sbagliando allontanandomi, così, dal vero amore?